Condividiamo e rilanciamo le considerazioni della nostra docente C. Rossi sul tema del pensiero divergente e la creatività pubblicate anche su Orizzontescuola.it
La creatività è un processo, una capacità che permette lo sviluppo di idee, di intuizioni, soluzioni alternative. Alla base di un atto creativo, di una Crea-Attivitá, sta il pensare in forma “divergente”, cioè il riuscire a contemplare altre possibilità, alternative possibili a quelle conosciute. Un pensiero “produttivo” che permette di vedere le cose, le situazioni da un altro punto di vista e che genera idee, possibilità inedite.
Al pensiero divergente si contrappone il pensiero convergente che invece rimane diciamo “dentro i limiti della situazione”; una tipologia di pensiero che riproduce meccanicamente conoscenze, situazioni, forme di ragionamento.
Il pensare divergente e convergente dovrebbero essere complementari, completarsi vicendevolmente. Pur sapendo ciò ad oggi l’apprendimento è ancora basato, purtroppo, molto sull’utilizzo del pensiero convergente, poco sullo stimolare il divergente, che viene “dimenticato”, forse perché più complesso da stimolare e gestire?
Banalmente una domanda che stimoli il processo/pensiero divergente potrebbe essere: “Se hai a disposizione delle bottiglie di plastica, tante bottiglie di plastica, che ne puoi fare?”
L’obiettivo è quello di uscire fuori dagli schemi del ragionamento logico che ci dice che una bottiglia “serve” a contenere qualcosa (liquido, solido, gassoso)…e poi?
Albert Eistein affermava che “la creatività è l’intelligenza che si diverte”.
Sicuramente il “divergere” diverte; ideare, creare soluzioni inedite gratifica, emoziona, accresce la fiducia in se stessi e la conseguente autostima.
Il creare è “dare vita”, è un atto generativo, produttivo ed evolutivo. Nell’incontro fra l’immaginare (pensiero divergente) e l’oggetto, l’idea prodotta, infatti si “sprigionano” energia positiva ed emozioni, funzionali allo sviluppo di altre capacità mentali.
Il benessere passa anche da qui!
0