“Venerdì 11 aprile, poteva sembrare un giorno come un altro, uno di quei giorni in cui ti alzi, fai tremila cose e in un batter d’occhio si è già fatto sera. E invece no. Nel pomeriggio è successo qualcosa per cui il tempo pareva aver rallentato. Ed era ciò che volevo, affinché quello che vedevo e quello che stavo provando durasse più a lungo possibile. Ho infatti fatto visita ai reparti di pediatria, percorso laparoschisi e oncoematologia dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa dove ho donato una copia del mio libro illustrato per bambini sulle malattie rare, “L’orchidea fantasma e il suo amico pettirosso”. Un evento che è stato possibile grazie al Grinch Gentile Germana delle Canne e all’infermiera Tiziana Arnone, le quali hanno organizzato tutto. Incontrare quei bambini, conoscere i loro medici e le infermiere, parlare con le famiglie.. è stato a dir poco toccante. Perché non sai mai quello che ti aspetta, chi hai di fronte, quale storia conoscerai. Sì, perché più che raccontare la mia storia, io ero pronta a storie da ascoltare. E così è stato. Spesso non ci rendiamo conto di quanto le vite degli altri ci possono arricchire o insegnare, finché non le incontriamo, finché non diamo spazio a un ascolto gentile o a un semplice gesto che possa fare la differenza, uno sguardo, un sorriso, un atto gentile appunto. Una ripetizione che non è un caso, perché GENTILEZZA è stata la parola FARO della giornata. La stessa che ha segnato il premio che ho avuto l’onore di ritirare, “Costruiamo gentilezza nello sport, presso l’Edicola della Legalità di Pisa alla presenza dell’Assessore alla Gentilezza, Riccardo Buscemi,la DS dell’ IC V.Galilei Rossana Condello, Federica Ciardelli, l’ambasciatrice Monica Rindi con le uova per Letizia e Valentina Ghelardi che ha scritto la motivazione al premio:” Per aver interpretato lo sport, anche ai massimi livelli, come strumento per abbattere barriere, ispirare sentimenti positivi e unire le persone.
Per aver trasformato, con creatività, il proprio vissuto in strumento al servizio della crescita e della consapevolezza di adulti, bambini e adolescenti.
Per aver dedicato, a beneficio degli altri, le proprie energie nello studio e nella ricerca.”
Questo è uno di quei giorni che sigillo tra i giorni più importanti della mia vita. Una vita che sembrava essere partita sotto una cattiva stella ma che mi ha insegnato a trasformarla e trasformarmi, attraverso lo sport e la stessa malattia da cui scappavo da bambina. E mi auguro che attraverso la testimonianza e il lavoro in cui mi prodigo, Ricerca su “Malattie rare e sport”, quel coraggio che ho imparato a tirar fuori possa arrivare in chiunque ne abbia bisogno, per tenersi stretta e amare la vita.”
Jenny Narcisi
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